I libri del 2017 che mi piacerebbe ritrovare nelle librerie delle persone tra 20 anni

Anche quest’anno, come ogni anno in questo periodo arrivano le classifiche dei libri più belli. Io questa operazione non la so fare, perché è impossibile stilare una classifica che non sia strettamente personale. Però ogni anno a fine anno mi sembra di poter stilare una lista dei libri che mi piacerebbe ritrovare nelle librerie delle persone tra 20 anni o anche più.  Ovviamente non tiene conto di tutto il panorama editoriale né di tutte le pubblicazioni di questo 2017, ma solo dei libri che ho avuto la fortuna di leggere, che sono più o meno qualcuno più di 100, di cui la metà circa recensiti. Quest’anno ho deciso di suddividere la lista in tre, la prima è dei romanzi, la seconda della non-fiction e saggistica, l’ultima, come l’anno scorso, dei libri che avrei voluto leggere e che leggerò nel 2018 (L’ordine dei libri, quindi, è casuale, non di preferenza).

Romanzi

Il primo è La più amata (Mondadori) di Teresa Ciabatti, credo sia stato un romanzo in grado di modificare l’approccio che i romanzi hanno con il mondo che li circonda, con i social e con la scrittura stessa. Su Huffpost parlo meglio del libro.

Il secondo è Ipotesi di una sconfitta (Einaudi) di Giorgio Falco, a mio parere il miglior romanzo pubblicato quest’anno e forse non solo. Si riprende il tema del lavoro e lo si tratta solo con la materia letteraria, con le parole, con lo scrivere. Anche di Falco ho scritto su Huffpost.

Il terzo è History (Mondadori) di Genna, perché Giuseppe Genna riesce a indagare un ambito quasi completamente trascurato dalla scrittura contemporanea, in più lo fa con uno stile letterario unico, una scrittura che si riconosce sempre. Di History ho scritto qui.

Spero anche si salvino altri due titoli che accosto perché sono due lavori a mio avviso molto politici, nel senso più puro del termine. Ma non parlano di politica, al contrario sono romanzi con una storia e il suo sviluppo. L’aspetto politico è dato dalla forza del cambiamento che portano, attraverso le loro pagine, al lettore.

Questi due libri sono: La ragazza con la Leica (Guanda) di  Helena Janeczek, all’interno del quale Gerda Taro diventa un personaggio in grado di trascinare il lettore esattamente come la persona riusciva a fare con amici e conoscenti. Ne scrivo qui.

Il secondo è L’impero del sogno (Mondadori) di Vanni Santoni. Qui, come negli ultimi tre romanzi, Vanni Santoni riesce a portare a maggioranza una nicchia culturale, e questo aspetto, oggi, è molto interessante. Ne scrivo qui.

Entrambi questi romanzi inoltre sono scritti con una qualità stilistica alta e una gestione della trama notevole.

In ultimo segnalo anche Davide Orecchio con Mio padre la rivoluzione (Minimum Fax), perché forse questo libro è quello che è riuscito a lavorare sulla lingua in maniera significativa creando uno stile estremamente personale. Ne scrivo qui.

Non Fiction

Per quanto riguarda la non-fiction e la saggistica sarò più breve, rimando direttamente agli articoli scritti durante quest’anno.

Il primo che voglio segnalare è Emmanuel Carrère, con Propizio è avere ove recarsi (Adelphi). Questo lavoro smonta lo stile di Carrère ed è un manuale di scrittura notevolissimo. Ne scrivo qui.

Il secondo è L’alleanza dei corpi (Nottetempo) di Judith Butler, è il programma politico che le sinistre di tutto il mondo dovrebbero avere, scritto con una sapienza e una precisione filosofica notevole. Un libro fondamentale di cui scrivo qui.

Il terzo e ultimo libro è Ritratto nello studio (Nottetempo) di Agamben perché Agamben lavora sul concetto di biografia, a mio avviso molto importante in questi anni, in maniera alternativa e filosofica. Ne scrivo qui.

I libri che avrei voluto leggere nel 2017 ma che leggerò nel 2018:

In questo caso sarò ancora più breve, ma probabilmente inizierò il 2018 leggendo il nuovo libro di Roberto Calasso, che è sempre un intellettuale fondamentale e di riferimento, il libro è L’innominabile attuale (Adelphi). Il secondo che rincorro da qualche settimana e che leggerò sicuramente è Cromorama (Einaudi) di Riccardo Falcinelli. Ultimo libro che è sul mio comodino e che leggerò durante le feste, ma posso già anticipare essere un bel libro, per i primi racconti letti, è di Chris Offutt, si intitola Nelle terre di nessuno ed è pubblicato da Minimum Fax.

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